Morbillo: come combatterlo, cosa fare, cosa mangiare, farmaci ed integratori

 

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Una delle malattie infettive più contagiose nota come il morbillo viene definita infantile perché colpisce soprattutto bimbi da 1 a 3 anni ma, in realtà, può colpire chiunque non abbia contratto la malattia e non sia stato vaccinato.

In Italia, quest’anno, è tornato prepotentemente alla ribalta con un aumento di casi del 230% rispetto all'annoprecedente dovuto al fatto che le coperture nel nostro Paese sono molto basse: in gran parte, da inizio anno, è stata colpita la fascia di età dai 15 anni ai 39 anni per mancate vaccinazioni.

Fino agli anni ’70, in Italia morivano mediamente 200 bambini all’anno a causa del morbillo e, attualmente, rappresenta una delle febbri eruttive più frequenti al mondo (20 milioni di casi all’anno, specie in Africa e in Asia). E’ la malattia che causa il maggior numero di morti rispetto a qualsiasi altra patologia.

Prima che si scoprisse il vaccino, nel 1963, ogni anno morivano nel mondo 7-8 milioni di bambini, quindi una patologia con altissima mortalità.

Sulla base di una stima colossale, il morbillo ha ucciso circa 200 milioni di persone nel mondo, tra il 1855 e il 2005.

 

 

Contagio, sintomi, conseguenze

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Il morbillo causato da un virus genere morbillivirus (della famiglia dei Paramixovidae) è uno dei più contagiosi. Il contagio avviene per via aerea (attraverso le secrezioni nasali e faringee trasmesse nell’aria con uno starnuto o la tosse) o per via indiretta con il contatto di indumenti contaminati.

Ha un periodo di incubazione di circa 10 giorni e risulta contagioso fino ai 5 giorni seguenti all’eruzione cutanea. Un soggetto con morbillo potrebbe infettare altre 18 persone.

 

I sintomi sono:

  • Tosse secca, starnuti, naso che cola e febbre (fino a 40°C) come per una comune influenza;

  • Congiuntivite, palpebre gonfie, occhi arrossati e fotosensibilità;

  • Problemi respiratori;

  • Malessere, dolori;

  • Senso di stanchezza e debolezza;

  • Inappetenza;

  • Comparsa di puntini bianchi nella bocca;

  • In seguito (dopo 3-4 giorni), reazione cutanea simile a quella della rosolia, l’esantema, con la comparsa delle macchie di Koplik (puntini o bolle di colore rosso vivo) che dura in media 4-7 giorni.

 

Superare il morbillo porta all’immunizzazione definitiva, quindi non si potrà più restarne contagiati.

I sintomi possono, però, degenerare in gravi polmoniti ed encefaliti capaci di causare danni permanenti o la morte.

Nel mondo, il morbillo provoca dai 10 ai 100 morti ogni 100.000 persone contagiate, soprattutto neonati, bambini malnutriti e soggetti con gravi deficit a livello immunitario.

Per ridurre le complicazioni del morbillo, generalmente si somministra la vitamina A.

 

Quali cibi mangiare in caso di morbillo

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Qual'è l'alimentazione idonea per un paziente affetto da morbillo? I neonati con morbillo, innanzitutto, non devono bere latte vaccino in quanto il latte non farebbe altro che infiammare le vie respiratorie già compromesse.

Per bambini e adulti è importante seguire una dieta liquida a base di acqua, succhi e  brodi vegetali.

Può risultare utile una tisana a base di salvia, antinfiammatorio naturale.

Il brodo di pollo rimane un rimedio naturale adatto a tutte le età in quanto riduce l’attività dei neutrofili, le cellule responsabili della produzione di muco, quindi limita l’infiammazione.

Agli adulti si consiglia l’uso di curcuma, antinfiammatorio e antibiotico dal potente effetto curativo al pari dell’aglio.

 

 

Terapie farmacologiche

Il responsabile del morbillo è un virus, pertanto non esiste un trattamento medico specifico per curarlo.

Si può ricorrere alla terapia sintomatica intervenendo cioè sui sintomi con la somministrazione di paracetamolo (Tachipirina, Efferalgan) o ibuprofene (Antalfebal, Nureflex) per abbassare la febbre, collirio per la congiuntivite, sciroppo per ridurre la tosse.

Gli antibiotici sono pressoché inutili (a meno che non vengano prescritti per trattare infezioni all’occhio, all’orecchio o la polmonite).

L’uso di aspirina può rivelarsi pericolosa perché rischia di favorire lo sviluppo della sindrome di Reye.

Il bambino o l’adulto malato di morbillo deve bere molto e riposare, in attesa che la malattia faccia il suo decorso (dura, mediamente, 2 settimane).

Per i problemi agli occhi (fotosensibilità o congiuntivite) una stanza buia può aiutare, mentre per alleviare il prurito scatenato dalla reazione cutanea si ricorre di solito a lozioni di calamina, hamamelis, bicarbonato di sodio o bagni con amido di mais.

 

Integratore per il morbillo

Il morbillo fa registrare nell’organismo bassi livelli di vitamina A; di conseguenza, un integratore fondamentale non può che basarsi sulla vitamina A.

Tutti i bambini con diagnosi di morbillo, secondo quanto stabilisce l’OMS, dovrebbero assumere due dosi di integratori di vitamina A somministrate a 24 ore di distanza per ripristinare i giusti livelli di questa vitamina nell’organismo e per prevenire danni agli occhi se non, addirittura, la cecità.

E’ altrettanto importante assumere integratori a base di vitamine B, C e E.

 

L’importanza del vaccino

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In Italia, il vaccino non è obbligatorio ma viene raccomandato a tutti e, a seguito del preoccupante aumento di casi nel 2017, sono in molti i medici a pensare che dovrebbe essere obbligatorio per frenare il contagio e scongiurare un’epidemia.

Il vaccino in questione si chiama Mpr, lo stesso usato contro la rosolia e parotite.

La regola prevede un primo vaccino al 12°-15° mese (prima dei 2 anni) ed un richiamo all’età di 5-6 anni o di 11-12 anni.

E’ fortemente raccomandato a chi ha contratto l’Hiv senza aver sviluppato l’Aids.

E’ sconsigliato, invece, alle donne in gravidanza, bambini affetti da tubercolosi, leucemia o altri tumori non trattati, allergici all’antibiotico neomicina o alla gelatina, a soggetti sotto terapia immunosoppressiva o con deficit immunitario.

Per proteggere donne incinte e bambini con sistema immunitario debole, si può intervenire con un’iniezione di anticorpi (immunoglobina) entro 6 giorni da un’eventuale esposizione di un focolaio della malattia.